Domani 25 settembre 2020, sarò ospite della Festa del Libro per la sua XVI edizione, un festival culturale promosso dall’Associazione Presidi del Libro, che attraversa 55 città italiane. Racconterò di stili di vita e mode del passato, e di come queste abbiano contribuito a costruire quel che siamo e ciò che saremo. Il Maestro Stefania Gianfrancesco dal Circolo Beethoven di Bari, interpreta il mio testo “Ragazza 1918” già pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno durante la quarantena a marzo 2020, arricchito dalle illustrazioni realizzate a mano da Vito Antonio Lerario. Parlerò inoltre, con Marina Losappio, di cinema e moda, partendo dal mio libro “Il Macabro e il Grottesco nella Moda e nel Costume” edizioni Progedit. Si ringrazia per l’evento la Regione Puglia, la Città Metropolitana di Bari, i Presidi del Libro, e il MIUR Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia. L’evento è stato pubblicato – tra gli altri – da La Gazzetta del Mezzogiorno del 24 settembre 2020.
Tomorrow 25 September 2020, I will be a guest of the “Festa del Libro” – Book Festival – for its 16th edition, a cultural festival promoted by the Presidi del Libro Association, which crosses 55 Italian cities. I will talk about lifestyles and fashions of the past, and how these have contributed to building who we are and what we will be. Maestro Stefania Gianfrancesco from the Beethoven Circle of Bari, interprets my text “Ragazza 1918” – Girl 1918- already published in La Gazzetta del Mezzogiorno during the quarantine in March 2020, enriched by illustrations made by hand by Vito Antonio Lerario. I will also talk, with Marina Losappio, about cinema and fashion, starting from my book “the Macabre and the Grotesque in Fashion and Costume” Progedit editions. Thanks for the event Regione Puglia, la Città Metropolitana di Bari, i Presidi del Libro, e il MIUR Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia.
La Gazzetta del Mezzogiorno 24 settembre 2020
Vito Antonio Lerario illustration from “Ragazza 1918” a text by Luciano LapadulaRehearsal reading together with Stefania Gianfrancesco on my text “Ragazza 1918” – Girl 1918
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“Moda Sotto le Bombe. La Giornata di Teresa” è il nome dello spettacolo teatrale che ho ideato e scritto nel 2019, e che ho diretto insieme al mio collega Vito Antonio Lerario. Un viaggio sinestetico a ritroso nel tempo, nei bui anni del secondo conflitto mondiale, tra abiti e accessori rarissimi e autentici dell’epoca. Quattro le date sold out da dicembre 2019 a febbraio 2020.
Teresa, interpretata da Rosemary Nicassio, è una giovane donna nel suo giorno del matrimonio, mentre dal cielo piovono bombe. Attraverso la sua narrazione, e quella di sua cugina Anna, interpretata da Barbara De Palma, sono riemerse storie dimenticate, insieme a identità scivolate nell’oblio del tempo.
I racconti provengono in gran parte da fatti realmente accaduti, frutto di interviste e ricerche effettuate da me nel tempo, e svelano aspetti storici dimenticati. I costumi di scena, come anticipato, sono autentici e provengono dai territori occupati dai nazisti. Datati 1939 – 1945 appartengono all’archivio museale Lerario Lapadula.
Abiti e accessori che portano tutti i segni della guerra, degli stenti. Indumenti autarchici in cui alla seta si sostituisce la canapa, ai ricami in paillettes la raffia. Macchiati, rammendati, segnati dal proprio destino i vestiti sono apparsi – sotto le bombe – indossati da performer e attrici che hanno rievocato come fantasmi storie lontane.
Ha aperto la manifestazione il reduce Prof. Pietro Suma, preziosa, inestimabile, rara la sua testimonianza.
Suggestiva, evocativa, la location: lo storico palazzo Anmig, Casa del Mutilato di Bari.
La dimensione sinestetica si è completata con i suoni al pianoforte, profondi e delicati, del Maestro Stefania Gianfrancesco, dal Circolo Beethoven di Bari, e con gli evocativi profumi che aleggiavano in sala, realizzati da Francesca Dell’Oro.
Trucco e acconciature di scena a cura di Nouvelle Esthétique Académie. Suggestive luci a cura di Melody Service, di G. Venisti, grazie ad Ornella Polieri. Seguono le suggestive immagini a cura di Emilio Badolati ed Eleonora Bosna.
Uno spettacolo che oggi più che mai è utile a ricordare quel che è accaduto, ancora accade e mai più dovrebbe accadere. Presto, anche per questo, tornerà in scena.
“Moda Sotto le Bombe. La Giornata di Teresa” is the name of the theatrical show I conceived and wrote in 2019, and which I directed together with my colleague Vito Antonio Lerario. A synaesthetic journey back in time, in the dark years of the Second World War, among very rare and authentic clothes and accessories of the time. Four sold out dates from December 2019 to February 2020.
Teresa, played by Rosemary Nicassio, is a young woman on her wedding day, while bombs rain down from the sky. Through her narration, and that of her cousin Anna, played by Barbara De Palma, forgotten stories have re-emerged, along with identities that have slipped into the oblivion of time.
The stories come largely from real events, the result of interviews and research carried out by me over time, and reveal forgotten historical aspects. The stage costumes, as anticipated, are authentic and come from the territories occupied by the Nazis. Dated 1939 – 1945, they belong to the Lerario Lapadula museum archive.
Clothes and accessories that bear all the signs of war, hardship. Self-sufficient garments in which silk is replaced by hemp, and sequin embroidery by raffia. Stained, mended, marked by their own destiny, the clothes appeared – under the bombs – worn by performers and actresses who recalled distant stories like ghosts.
The event was opened by the veteran Prof. Pietro Suma, his testimony is precious, priceless and rare.
Suggestive, evocative, the location: the historic Anmig building, Casa del Mutilato in Bari.
The synaesthetic dimension was completed with the deep and delicate piano sounds of Maestro Stefania Gianfrancesco, from the Circolo Beethoven in Bari, and with the evocative scents that hovered in the room, created by Francesca Dell’Oro.
Stage make-up & hair by Nouvelle Esthétique Académie. Suggestive lights by Melody Service, by G. Venisti. Following are the suggestive images by Emilio Badolati and Eleonora Bosna.
A show that today more than ever is useful to remember what happened, still happens and should never happen again. Soon, also for this reason, it will return to the scene.
Emilio Badolati per “Moda Sotto le Bombe. La Giornata di Teresa”:
“Moda Sotto le Bombe”: Cast 7th Dec 2019. Ph Emilio BadolatiMe from Backstage. “Moda Sotto le Bombe”: Ph Emilio BadolatiTurning back the hands of time. “Moda Sotto le Bombe”: Ph Emilio Badolati“Moda Sotto le Bombe”. Prof. Pietro Suma shares his historical testimony of the second war conflict. Ph Emilio Badolati“Moda Sotto le Bombe”. The Pianist Stefania Gianfrancesco. Ph Emilio Badolati“Moda Sotto le Bombe”. From backstage. Ph Emilio Badolati“Moda Sotto le Bombe”. From backstage. Ph Emilio Badolati“Moda Sotto le Bombe”. Rosemary Nicassio as Teresa. Ph Emilio Badolati “Moda Sotto le Bombe”. Angelica Peragine. Ph Emilio Badolati“Moda Sotto le Bombe”. Marina Ceglie. Ph Emilio Badolati“Moda Sotto le Bombe”. On stage. Ph Emilio Badolati“Moda Sotto le Bombe”. Ilenia Pantaleo. Ph Emilio Badolati“Moda Sotto le Bombe”. Edvige Colombo. Ph Emilio Badolati“Moda Sotto le Bombe”. Genny Morelli as Elsa De Giorgi and Nicoletta Pastore ad Doris Duranti. Ph Emilio Badolati“Moda Sotto le Bombe”. Genny Morelli. Ph Emilio Badolati“Moda Sotto le Bombe”. Nicoletta Pastore. Ph Emilio Badolati“Moda Sotto le Bombe”. Simona Polizzi. Ph Emilio Badolati“Moda Sotto le Bombe”. Simona Polizzi and Silvia Fasano. Ph Emilio Badolati“Moda Sotto le Bombe”. Valentina Del Conte. Ph Emilio Badolati“Moda Sotto le Bombe”. On stage. Ph Emilio Badolati“Moda Sotto le Bombe”. Ilenia Terrevoli. Ph Emilio Badolati“Moda Sotto le Bombe”. Ilenia Pantaleo. Ph Emilio Badolati“Moda Sotto le Bombe”. The Hug between Barbara De Palma and Rosemary Nicassio. Ph Emilio Badolati
Eleonora Bosna per “Moda Sotto le Bombe. La Giornata di Teresa”:
“Moda Sotto le Bombe”. Ilenia Pantaleo. Ph Eleonora Bosna“Moda Sotto le Bombe”. Angelica Peragine. Ph Eleonora Bosna“Moda Sotto le Bombe”. Angelica Peragine. Ph Eleonora Bosna“Moda Sotto le Bombe”. Marina Ceglie, Simona Polizzi. Ph Eleonora Bosna“Moda Sotto le Bombe”. Angelica Peragine. Ph Eleonora Bosna“Moda Sotto le Bombe”. Ilenia Terrevoli. Ph Eleonora Bosna“Moda Sotto le Bombe”. Simona Polizzi. Ph Eleonora Bosna“Moda Sotto le Bombe”. Simona Polizzi. Ph Eleonora Bosna“Moda Sotto le Bombe”. Enza Lanotte. Ph Eleonora Bosna“Moda Sotto le Bombe”. Angela Lalla Conenna. Ph Eleonora Bosna“Moda Sotto le Bombe”. Silvia Fasano. Ph Eleonora Bosna“Moda Sotto le Bombe”. Cristina Taranto. Ph Eleonora Bosna“Moda Sotto le Bombe”. From the rigtht.: Enza Lanotte, Silvia Fasano, Ilenia Pantaleo, Cristina Taranto. Ph Eleonora Bosna“Moda Sotto le Bombe”. Edvige Colombo. Ph Eleonora Bosna“Moda Sotto le Bombe”. Barbara De Palma as Anna. Ph Eleonora Bosna“Moda Sotto le Bombe”. Barbara De Palma on stage as Anna. Ph Eleonora Bosna“Moda Sotto le Bombe”. The Pianist Stefania Gianfrancesco. Ph Eleonora Bosna“Moda Sotto le Bombe” Ilenia Terrevoli on stage. Ph Eleonora Bosna“Moda Sotto le Bombe” Edvige Colombo. Ph Eleonora Bosna“Moda Sotto le Bombe” On Stage. Ph Eleonora Bosna“Moda Sotto le Bombe” Rosemary Nicassio. Ph Eleonora Bosna“Moda Sotto le Bombe” The best is yet to come. Ph Eleonora Bosna
26 gennaio 2020: torna in scena MODA SOTTO LE BOMBE – La Giornata di Teresa. Spettacolo teatrale scritto da me, e diretto insieme a Vito Antonio Lerario. Si rievocano all’interno dello storico e suggestivo Palazzo Anmig – Casa del Mutilato di Bari, gli anni bui del secondo conflitto mondiale. Rivivono storie perdute, grazie alla drammaturgia che ho scritto basandomi anche su lunghe interviste realizzate negli anni a donne e uomini vissuti in quel tempo. Rivivono identità, anche grazie ai costumi: tutti autentici , datati 1939 – 1945, e provenienti dai territori occupati dai nazisti. Parte del mio archivio, questi abiti esibiscono tutti i terribili segni del proprio tempo: macchie – anche di sangue, rammendi e strappi, tasche nascoste, colli laceri. Rosemary Nicassio è Teresa che nel giorno del suo matrimonio, racconta uno spaccato italiano da quel tempo fosco. Il suo alter ego è Anna, che rivive grazie a Barbara De Palma. E compaiono poi in scena visioni che si alternano sotto le luci di Melody Service. I suoni intensi, suonati al piano Maestro Stefania Gianfrancesco, accompagnano struggenti interpretazioni. Make-Up a cura di Nouvelle Esthétique Académie, Bari. Domenica 26 gennaio è la terza data per questo spettacolo che ha riscosso notevole successo e Sold Out per ogni appuntamento . Seguiranno date e tournée. Foto di Emilio Badolati.
Ilenia Terrevoli – Backstage from theathral show Moda Sotto le Bombe. Ph Emilio Badolati
Moda Sotto le Bombe – La Giornata di Teresa
Angelica Peragine: Moda Sotto le Bombe – La Giornata di Teresa Ph Emilio Badolati
Moda Sotto le Bombe – La Giornata di Teresa. Cast. Foto Emilio Badolati
È la fine del XIX secolo, il mondo pare cambiare troppo vorticosamente. Il metallo svetta dal cemento delle metropoli e promette di toccare il cielo. Nuove generazioni si scontrano con quelle vecchie, i cabaret sono affollati da “cocotte”, i bar da artisti che annegano nell’assenzio insieme alle prostitute. La domenica si indossa l’abito buono, chi può permetterselo sfoggia quello bianco. Cambia il modo di ricordare, la fotografia sostituisce le tele dei pittori, e ci descrive di quella strana moda che imperversò durante l’epoca vittoriana giungendo ai primi decenni del nuovo secolo: lo spiritismo. Dalla Russia degli Zar a Villa Santa Barbara di Cefalù personaggi carismatici, mistici, visionari muovono folle di adepti assetati di conoscere i segreti della vita e della morte. Il clima di trasformazione sociale, i nuovi mostruosi mondi generati dal capitalismo, generano ansia, terrore, malattia. Tubercolosi e sifilide sono solo due tra i tanti virus che decimano impietosi uomini e donne, i dagherrotipi cercano di fermare inutilmente quelle esistenze, ma sono solo fotografie. Allora ci si riunisce in casa, nel salotto, si chiudono le pesanti tende in broccato e intorno a un tavolo solitamente con tre gambe, le mani dei presenti si stringono in una catena, e il medium invoca una presenza. Di seguito una selezione di immagini d’epoca che testimonia la pratica dello spiritismo tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900. Come tutte le tendenze, numerosi fiorirono i gabinetti fotografici esperti nel ritrarre quelle immagini che presero il nome di “fotografie spiritiche”. Alcune tra queste sono frutto di un abile e antesignana pratica di fotoritocco, i cui effetti speciali hanno contribuito ad alimentare come vento sul fuoco le fiamme della speranza, il morbo della conoscenza, consumando le struggenti notti di quel tempo perduto.
It’s the end of the Nineteenth century, the world seems to change too vortically. Metal stands out from the cemented streets of the metropolises and promises to touch the sky. New generations clash with old ones, cabarets are crowded with “cocottes”, bars by artists drowning in absinthe along with prostitutes. On Sundays people wear the “good dress”, a white one if wealthy. The way to remember changes, photography replaces the paintings, and describes that strange fashion that raged during the Victorian Age reaching the first decades of the new century: spiritualism. From Tsars’ Russia to Villa Santa Barbara in Cefalù, charismatic, mystical and visionary characters move crowds of adepts eager for knowing the secrets of life and death. The mood of general social transformation, the new monstrous worlds created by capitalism, generate anxiety, terror, disease. Tuberculosis and syphilis are just two of the many viruses that merciless decimate men and women, daguerreotypes try to uselessly stop those existences, but they are only photographs. Hence people meet at home, in the living room, they close the heavy brocade curtains and around a table with three legs the hands of those present are clutched in a chain, and the medium invokes the presence. Below you can find a selection of antique images proving the practice of spiritualism between the late 1800s and early 1900s. Like all the trends, there bloomed numerous photographic cabinets, specialized in portraying those images that took the name of “spiritual photographs”. Some of those images are the result of a skilled and precursor practice of photo editing, which special effects have helped to fuel the flames of hope, the morbidness of knowledge like the wind on the fire, consuming the poignant nights of that lost time.
Special Thanks for supporting translation SERENA BARTOLO
Luciano Lapadula
Victorian couple with ghost of daughter
Katie King fu il nome di uno tra i più famosi – presunti – fantasmi che sul finire dell’Ottocento presero forma grazie alla medium Florence Cook, fu così che gli spiritisti attribuirono lo stesso nome alla materializzazione spiritica di quegli anni.
Katie King was a popular ghost evocated by Florence Cook, and was already the name given by Spiritualists in the 1870s to what they believed to be a materialized spirit. The question of whether the spirit was real or a fraud was a notable public controversy of the mid-1870s.
Katie King materialized, photograph of Sir William Crookes
Eusapia Palladino, nata nel 1854 a Minervino Murge, in provincia di Bari: Fu una tra le medium più conosciute e accreditate di tutti i tempi. L’iniziazione allo spiritismo avvenne quando, lavorando come cameriera presso una benestante famiglia, iniziò a prendere parte alle sedute organizzate nella lussuosa dimora. Fu durante quelle sedute che si verificarono fenomeni mai accaduti prima, che furono attribuiti alla presenza della giovane. Nella sua carriera di occultista ebbe fama mondiale affascinando aristocratici e scienziati, tra i quali Cesare Lombroso e persino Pierre e Marie Curie.
Eusapia Palladino, born in 1854 in Minervino Murge, near Bari: she was one of the best known and accredited mediums of all time. The initiation into spiritism came when, working as a waitress with a rich family, she began to take part in the sessions inside the luxurious home. It was during those sessions that phenomena never happened before were ascribed to the presence of the young woman. In her career as an occultist she gained world fame by captivating aristocrats and scientists, including Cesare Lombroso and even Pierre and Marie Curie.
Eusapia Palladino Hands. Collection Tony Oursler
The well-know italian medium Eusapia Palladino during a spiritual seance
Eusapia Palladino at the home of Camille Flammarion, Rue Cassini. Full levitation of a table. 12 November 1898
Victorian Spiritualism Movement Seance conducted by John Beattie in Bristol in England, 1872
Ghost levitation
Amazing spirit photography by astonishing William Hope: english author, photographer, sailor, and body-builder
William Hope
William Hope
William Hope
French medium Marthe Beraud aka Eva Carriere
A young woman face appear from ectoplasm by Eva Carriére – 1912
1912: Eva Carriere has a spiritic light between her hands and a materialization on her head.
Richard Boursnell (1832 – 1909), medium e fotografo britannico esperto in immagini spiritiche. Suoi alcuni tra i più intensi scatti mai realizzati su questo tema.
Richard Boursnell (1832 – 1909), medium and British photographer expert in spiritual images. His some of the most intense shots ever made on this subject.
Robert Boursnell, Self-Portrait with Spirits, Silver print cabinet card
Frederick A. Hudson (England) Mr. Raby with the Spirits “Countess,” “James Lombard,” “Tommy,” and the Spirit of Mr. Wootton’s Mother. circa 1875 – from www.photographymuseum.com
M. Parkes (England), Mrs. Collins & Her Husband’s Father, Recognized by Several, 1875
Spesso durante le sedute medianiche si materializzava, o si supponeva si materializzasse, una sostanza semi liquida che fuoriusciva dagli orifizi del medium, a cui lo scienziato Charles Richet dette il nome di ectoplasma. Questo poteva assumere svariate forme, riconducibili all’esistenza del trapassato.
Often during the seance sessions, a semi-liquid substance materialized, or was supposed to materialize, it came out of the medium’s orifices, to which the scientist Charles Richet gave the name of ectoplasm. It could take many forms, attributable to the existence of the person who passed away.
The ectoplasm comes out as a regurgitation from the mouth of the medium into a trance
C. E. Dimmick (England) “Mrs. Dorothy Henderson. Head bent forward, hands controlled and Ectoplasm covering her lap.” October 2, 1928 – www.photographymuseum.com
W. J. Crawford – The psychic structures at the Goligher circle
Ectoplasm from Kathleen Goligher
The famous medium Mina “Margery” Crandon (1889 – 1941) conducting a séance – late 20s
Questo testo è tratto dal mio libro: “Il Macabro e il Grottesco nella Moda e nel Costume”. Racconto di una particolare moda del trucco durante gli anni ’20. I volti si fecero bianchi, con gli occhi cerchiati di nero e sottolineati da sottili e depilate sopracciglia dalle estremità tendenti verso il basso. Dalle ragazze russe fu importta la moda del beading: piccole sfere di cera erano fissate alle estremità delle ciglia.
This text is taken from my book. The Macabre and the Grotesque in Fashion and in Costume. I wrote of a particularweird make-up fashion during the 1920s. The faces turned white, with their black-rimmed eyes underlined by thin, shapeless eyebrows with down-tending ends. The beading fashion was imported from Russian girls: small wax balls were attached to the ends of the eyelashes.
Dal mio archivio “Lerario Lapadula ” cinque preziosi e rari abiti d’epoca, esibiti durante una sfilata. Ciascuno degli indumenti rappresenta un modello della donna del proprio tempo, tra stile, carattere, dimensione sociale.
From my archive “Lerario Lapadula” five precious and rare period dresses, exhibited during a fashion show. Each of the garments represents a model of the woman of her time, between style, character and social dimension.
AYRES & CO. Indianapolis 1911
Abito realizzato in delicata seta nera con collo in tulle di seta e pizzo chimico color avorio ornato da coralli color oro sul petto.
La linea del vestito, elegante e drammatica, rimanda all’archetipo di diva noir tipico del cinema inizi secolo. Donne ritratte in stato di altalenante passione e follia, avvolte in un aurea di mistero e connotate da note di maledettismo.
E’ questo un abito realizzato all’interno della più importante sartoria dell’Indiana in attivo per tutto il ‘900, nota anche per aver accolto tra le sue lavoranti le tantissime giovani emigranti europee. La sartoria è ora sede di un importante omonimo museo della moda.
Dress made of delicate black silk with silk tulle collar and ivory-colored chemical lace adorned with gold-colored coral on the chest.
The silhouette, elegant and dramatic, refers to the archetype of vamp lady typical of early century cinema. Women portrayed in a state of fluctuating passion and madness, wrapped in an aura of mystery and characterized by notes of malice.
This is a dress made inside the most important tailoring of Indiana in active throughout the ‘900, also known for having welcomed among its workers the many young European emigrants. The tailoring is now home to an important fashion museum of the same name.
Questo vestito è realizzato in un sofisticato tulle di seta interamente ricamato con pailettes grigio perla e argento e conchiglie colorate provenienti dal lontano Oceano Pacifico. Il tutto genera dei bellissimi decori sul fondo del vestito, con un chiaro ricamo all’art-Dèco e quindi alla nuova scoperta della sfavillante cultura orientale.
This dress is made of a sophisticated silk tulle entirely embroidered with pearl and silver gray sequins together with handpainted shells coming from the distant Pacific Ocean. All this generates beautiful decorations on the bottom of the dress, with a clear embroidery to the art-Dèco and then to the new discovery of the sparkling oriental culture.
Abito in seta stampata proveniente dagli anni del secondo conflitto bellico. Il gusto è di impronta orientale, il copricapo, in lana con fiocco in seta, è in stile Art Déco.
Printed silk dress from second world war era. The taste is oriental, the headpiece, in wool with silk bow, is in Art Déco style.
Abito da gran sera datato 1952 e firmato dal marchio milanese “Sorelle Rossaro”, raro esempio di creazione di alta moda italiana appartenente a una casa di moda non più esistente che nacque durante il ventennio fascista proprio a Milano, con sede in via Montenapoleone.
Great evening gown dated 1952 and signed by brand “Sorelle Rossaro”, Milano. This is a rare example of the creation of Italian high fashion belonging to a fashion house no longer existing that was born during the twenty years Fascist in Milan, located in via Montenapoleone.
Innovazione in ogni campo, rapidità e praticità nel costume e nella moda pervasero gusto e stili di vita dell’Italia futurista. L’abito per quanti aderirono alla corrente si trasformò nella rappresentazione della propria identità, dando il via alla
Manifesto Futurista. Marinetti. “Le Figaro” 1909
produzione di capi di vestiario concepiti come opere d’arte. Tra queste creazioni spiccano i colorati e geometrici gilet creati da Depero dal 1923, allo stesso modo dei tessuti stampati opera di Sonia Delaunay.
Meno glamour e maggiormente legata a un’idea di dinamismo e praticità, fu la nascita della tuta ideata da Thayaht nel giugno 1920. Il senso di questo innovativo capo era quello di rendere semplice e veloce la vestizione, garantendo comodità e agilità, in quanto un abito razionalista slegato da inutili orpelli. La spesa per la confezione dell’indumento doveva essere minima, in modo da poter essere confezionato anche in casa autonomamente, in linea con il principio funzionale dell’“abito-massa”. Nel 1873 negli Stati Uniti, Levi aveva iniziato la produzione di capi in denim destinati al lavoro, che evolvettero presto in overall con pettorina e bretelle, finché, nel 1906, Gertrude Stein raccontò del particolare abito indossato da Picasso, simile a una tuta. Oltre alla novità di aver assegnato un nome e quindi un’identità a quell’indumento, un ulteriore apporto è rinvenibile nel suo schema di progettazione, che rivestiva il corpo dando la prerogativa alla pratica bidimensionalità piuttosto che all’eleganza o alle forme. Su “La Nazione” fu allegato un cartamodello della tuta al costo di soli cinquanta centesimi. Era la prima volta che si offriva ai lettori una sorta di coordinato: ideazione, realizzazione, neologismo, pubblicità, marketing e vendita, e non di un prodotto finito, bensì di un cartamodello che permetteva una seriale riproducibilità dell’indumento svincolandolo da marchi. Il successo fu notevole, la sua linea morbida, il tessuto lavabile, la semplice fattura e la purezza dei colori fecero della tuta un abito moderno, dinamico e alla portata di tutti. La contessa Rucellai lo apprezzò al punto da organizzare nel suo palazzo un ballo-tributo in cui fu obbligatorio per tutti indossarla. «Tutti in tuta» proclamavano le pubblicità, un indumento unisex, nuovo, veloce, e soprattutto così simile al vestito antineutrale, di cui si discusse su un nuovo Manifesto il 20 maggio del 1914.
Da: “Il Macabro e il Grottesco nella Moda e nel Costume” di Luciano Lapadula. Edizioni Progedit 2017.
Innovation in every field, speed and convenience in costume and fashion was the foundation of futurism in Italy. The dress for those who joined the stream became the representation of their identity, giving way thanks to the Futurist Manifesto by Marinetti on “Le Figaro” in 1909, to a production of garments designed as works of art. Among these creations stand out the colorful and geometric gilet created by Depero since 1923, in the same way as the printed fabrics by Sonia Delaunay.
Less glamorous and more connected to an idea of dynamism and practicality, it was the birth of the jumpsuit created by Thayaht in June 1920. The sense of this innovative garment was to wear quickly and easily a dress, ensuring comfort and agility, as a rationalist dress had to be. The expense for the garment packaging had to be minimal, so that it could be packaged by yourself independently, in line with the functional principle of “dress-mass”. In 1873 in the United States, Levi started production of denim garments for work, which soon evolved into overall with bib and braces, until, in 1906, Gertrude Stein told of the particular suit worn by Picasso, similar to a jumpsuit. In addition to the novelty of having assigned a name and therefore an identity to that garment, a further contribution can be found in its design scheme, which covered the body giving the prerogative to practice two-dimensionality rather than elegance or forms. On “La Nazione” magazione, a paper pattern was attached to the suit for only fifty cents. It was the first time that readers were offered a sort of co-ordination: conception, creation, neologism, advertising, marketing and sales, and not a finished product, but a paper pattern that allowed a serial reproducibility of the garment freeing it from brands. The success was remarkable, its soft line, washable fabric, the simple workmanship and the purity of the colors made the suit a modern dress, dynamic and accessible to everyone. Italian Countess Rucellai appreciated it to the point of organizing a tribute dance in her palace in which it was obligatory for everyone to wear it, as a dresscode. “Everyone in overalls” proclaimed advertisements, a unisex garment, new, fast, and above all so similar to the antineutral dress, which was discussed in a new Manifesto on May 20, 1914.
From my book: “Macabre and Grotesque in Fashion and Costume History)
La visione estetica del corpo rivestito da una ragnatela ha sedotto sin dal passato l’animo di stilisti, costumisti, e di donne desiderose di apparire come sensuali e pericolose aracnidi. Ho scelto per voi alcune suggestive immagini che descrivono al meglio il rapporto tra questa simbologia e l’abito, fotografie che ci raccontano di una tipologia di femminilità che segue la moda del proprio tempo, incentrata sulla caratterizzazione della donna attraverso un erotismo fatale.
The aesthetic vision of the body covered by a spiderweb has seduced the soul of stylists, costume designers, and women who yearned to appear as sensual and dangerous arachnids. I have chosen for you some suggestive images that best describe the relationship between this symbolism and the dress, photographs that tell us about a special kind of femininity that follows the fashion of one’s own time, focused on the characterization of women through a fatal eroticism.
Annie Harrington in late 800s
V. Surat from Movie, 1916
Mack Sennett bathing beauties as “sirens of the sea.” c. 1920s
Coles Phillips
Fancy Halloween Dresses from 20s
20s spider jumpsuit
Lurex and Silk Cobweb dress from 20s:
Madeleine Vionnet – Wedding Dress – 1929- Courtesy MET
Elegance from 30s in cobweb details
Mae West from 30s
Helen Bennett, Spider Dress, 1939 by Horst P. Horst
To the sea in 40s
Spider Dress from 40s
Jack Herzog 40s gown
Jack Herzog from 40s
New Look in Spider
From 50s a Poodle Spider Skirt
Glamour in optical cobweb from 1967
Stunning Spider details from Christian Dior – early 70s
John Bates at Jean Varon ‘Cobweb’ Dress – 1973
detail
Swell Farewell 80s evening dress
Johnny Slut from Specimen during the 80s
Giorgio Armani 1990 beaded spider dress
Gianni Versace jumper details from 90s
John Galliano for Givenchy – Haute Couture – Spring Summer 1996
Mistero, ambiguità e seduzione sono peculiarità che appartengono a molte tra le star del cinema. Da sempre, e con molta frequenza, la loro immagine conturbante è amplificata grazie all’utilizzo di veli che ricoprono il volto, conferendo carisma e magnetismo.
Il drappo di una veste, per merito del cinema e della fotografia, ha perso la funzione di mero rivestimento del corpo per esibire lo stesso con sensualità, svelandolo in segreto. Non più tessuto utile a coprire, bensì pizzo, rete, seta adoperati per svestire i soggetti fotografati, lasciando immaginare allo spettatore fattezze, carattere, atmosfere inattese e maliziose.
Lo sguardo dell’icona giunge a noi filtrato dal lembo di un tessuto prezioso, la cui grana seduce e mantiene le distanze dal piacere accennato, che resta in ombra.
Ecco alcune immagini che ho raccolto.
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Often the provocative image of Diva is amplified by the use of veils that cover her face, conferring charme and mistery. Thanks to the cinema and photography, this garment lost its only function of dress to exhibit the body with sensuality, unveiling a secret. No more useful fabrics to cover, but lace, net, silk used to undress the actress in movies and pictures, leaving viewers to imagine the features, character, atmospheres.
Gloria Swanson by Edward Steichen, 1924
Gloria Swanson by Ellen Graham
Lili Damita, 20s
Joan Crawford by Ruth Harriet Louise, late 20s
Brigitte Helm, 1927
Anna May Wong, Limehouse Blues, Travis Banton, 1934
Anna May Wong, 1934
Jean Harlow, 30s
Bette Davis, 30s
Marlene Dietrich, 1940, John Engstead
Marlene Dietrich, “Just a Gigolo” 1978
Frances Farmer early 40s
Ava Gardner, 40s
Lana Turner, 40s
Vivien Leigh by Ceceil Beaton, Vogue, 1944
Gina Lollobrigida, 50s
Audrey Hepburn, Ealing Studios, London, 1951
Audry – Givenchy, “How to steal a Million”, 1966
Capucine, Guy Arsac, 1953
Marilyn Monroe by Bert Stern, 1962
Marilyn as a Virgin?
Sophia Loren, early 60s
Sophia Loren with veil turban
Virna Lisi, “Oggi, domani e dopodomani”, 1965
Brigitte Bardot, early 70s
Romy Schneider, 1974, Le Trio Infernal
Silvana Mangano, “Gruppo di famiglia in un interno”, 1974