Da sempre la graziosa estetica femminile è oggetto di critiche, giudizi, esami e concorsi, veri e propri casting. Sin dall’antica Roma erano indette gare di bellezze con lo scopo di eleggere la fanciulla piú avvenente a cui concedere in premio un patrizio in cerca di moglie.
In Italia con lo scorrere del tempo, tanto, nacque un concorso – il primo ufficiale – era il 1938.
Pervaso da un convenzionale e ipocrita pudore il concorso vietava attraverso il proprio regolamento di chiamare Miss o Reginette le gareggianti, alle quali era interdetto sfilare innanzi alla giuria. Cosí intervenne in soccorso degli esaminatori il malizioso settinanale “Le Grandi Firme”. Il geniale artista barese Gino Boccasile ritrasse su ogni copertina una ragazza giunonica e disponibile, sorridente “sana”, fascistissima.
Soppresso il giornale per ragioni politiche, nel 1939 Dino Villani con la sua pasta dentifricia fu sponsor del nuovo concorso “5.000 lire per un sorriso”. Una dentatura perfetta, sorriso smagliante e bellezza corporea: abbinamento fatale, fu un successo.
Isabella Verney fu la prima vincitrice della selezione. Aveva solo 14 anni e l’imbarazzo, una volta che la notizia apparve sui giornali, fu tale che l’anno seguente, prima di eleggere la bellissima Gianna Manaresi, i commissari verificarono l’età delle aspiranti al titolo. Nel 1941 al monte premi si aggiunse un brillante, saldando il legame tra lusso e bellezza tutt’ora simbolo del concorso. Vinse l’attrice Adriana Serra.

Adrianna Serra, famosa per essere entrata nelle case degli italiani durante il dopoguerra in qualità di presentatrice tv
Sospeso il concorso a causa delle bombe e degli stenti si dovrà attendere il 1946 per incoronare nuove aitanti ragazze in cerca di fortuna e da allora in poi disposte a sfoggiare non solo sorrisi, ma gambe e “lati B”.
Ma questa è un’altra storia.
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